L'educazione nel mondo classico

I SOFISTI E LA NASCITA DELLA PAIDEIA


Sotto la guida di Pericle, ma anche nei decenni successivi, la città è il luogo di attività dei principali dei principali protagonisti della cultura greca del periodo: i Sofisti, Socrate e Platone.

Il termine sofista, ("colui che sa usare il sapere") indica i primi insegnanti a pagamento degli aspiranti politici. I sofisti intendono insegnare l'artè politica, cioè la tecnica con cui un uomo politico può sostenere in pubblico le proprie tesi e sconfiggere quelle degli avversari.( arte del linguaggio). Questa artè si può imparare e non è una dote ereditaria.
LE TECNICHE insegnate dai sofisti sono due:
- la DIDATTICA, che consiste in un serrato dialogo tra due o più interlocutori, nel quale ciascuno cerca di provare razionalmente la validità delle proprie delle proprie posizioni confutando quelle dell'avversario;
- la RETORICA, che consiste in lunghi discorsi con i quali persuadere un vasto uditorio. La persuasione fa spesso appello a desideri, paure, speranze piuttosto che ad argomenti razionali.

Quindi, per poter battere un avversario con le tecniche del confronto verbale, non basta l'abilità, ma occorre anche di un vasto sapere. Nell'ambito del loro insegnamento entrano dunque la poesia, il mito e le scienze. In questo modo vengono gettate le basi della pandèia greca, di un insegnamento il cui obbiettivo è la cultura generale.
Pertanto è importante notare che i sofisti non identificano la conoscenza come la verità. Anzi, i loro maggiori rappresentanti ritengono che NON esista alcuna verità assoluta.

Per questo i sofisti sono stati accusati di scetticismo e di nichilismo.



SOCRTARE: LA FORZA DEL DIALOGO


A differenza dei sofisti, Socrate non è un maestro delle arti del discorso, anche se ne fa uso. I sofisti sono "professionisti della formazione", mentre Socrate dedicata la sua vita alla filosofia: hai suoi allievi non trasmette un insegnamento tecnico ma morale per il quale non chiede un compenso.
Socrate insegna ai suoi interlocutori che molte loro convinzioni sono solo opinioni infondate e gli induce alla continua ricerca della verità, un'attività che non deve mai cessare. Egli stesso è impegnato in questa ricerca, perché l'unica certezza che possiede è quella della propria ignoranza: io so di non sapere" La strategia di Socrate è complessa e assume l'aspetto di un vero e proprio metodo.
Attraverso il dialogo, sottopone gli interlocutori, ad un diverso gioco di domande e risposte, mettendo alla prova le loro convinzioni. Egli pone la domanda: cos’è...? (ti estì, in greco), e cerca la risposta nel concetto, cioè nella denizione della cosa esaminata: che cos’è il coraggio? che cos’è la santità? ecc. Sotto i colpi delle obiezioni di Socrate, le tesi degli avversari crollano, perché si rivelano contraddittorie. Questa confutazione apre la strada a un’autentica ricerca della verità.
Socrate aiuta le menti a partorire idee.
METODO E SCOPI DISTINGUONO PROFONDAMENTE SOCRATE DAI SOFISTI
-A Socrate non interessa la retorica, come arte della persuasione, ma piuttosto la dialettica, come serrato dialogo, una pratica argomentativa guidata dalla ragione
Socrate vorrebbe approdare alla definizione dei concetti di bene e  ponendosi quindi un problema morale (mentre ai sofisti interessa insegnare uno strumento per ottenere il successo).
Per Socrate la virtù non è insegnabile dall’esterno, ma viene appresa attraverso una ricerca interiore



PLATONE (+il mito della caverna)

Platone segue la strada tracciata da Socrate in un progetto di riforma culturale. Nella Repubblica egli descrive uno Stato ideale, guidato dai filosofi  e prospetta un percorso educativo destinato ai mi- gliori provenienti da ogni classe sociale. Lo scopo dell'educazione è formare le tipologie di cittadini necessari (produttori, guardiani e filosofi) allo Stato a partire dalle attitudini naturali di ciascuno. Nelle Leggi, dove formula un progetto politico più concreto, Platone estende il suo programma educativo a tutti i cittadini.


In contrapposizione sia alla pretesa platonica di raggiungere la verità sia al progetto dei sofisti di insegnare una pura arte del discorso, Isocrate fonda una scuola nella quale nella quale vengono trasmessi un ampio sapere enciclopedico e la retorica. Obiettivo di Isocrate è di formare uomini politici all’altezza della situazione, tanto abili dialetticamente quanto di saldi principi morali.
Alla pari di Platone, Aristotele è sia un filosofo sia un insegnante sia un teorico dell’educazione. Le sue riflessioni sull’educazione si sviluppano all’interno di una riflessione eticopolitica, incentrata sul tema della felicità (che per Aristotele coincide con l’attività intellettuale) e le funzioni dello Stato. Secondo Aristotele, infatti, l’educazione, a partire dai 7 anni, deve essere impartita dallo Stato, che si propone la perfetta formazione armonica dell’uomo, attraverso uno sviluppo fisico, intellettuale e morale.
In età ellenistica, mentre va articolandosi il sistema educativo, l’ideale di una felicità privata prende il sopravvento sull’ideale del cittadino impegnato, in seguito alla ne delle città-stato e al prevalere degli imperi. Gli ideali educativi mutano di conseguenza. Plutarco propone gli esempi storici come modelli di virtù invece di descrivere alti ideali, mentre Sesto Empirico, criticando la possibilità di una conoscenza certa, sottolinea l’importanza dell’esperienza per l’apprendimento. 





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