L'EDUCAZIONE NELL'ALTO MEDIOEVO



Al collasso delle istituzioni dell’impero romano d'occidente resta solo la chiesa, che diventa il punto di riferimento per l’istruzione. Una particolare importanza assumono i monaci. Nei monasteri viene messa a punto una pedagogia per la formazione dei giovani monaci.

             






Per frenare la decadenza culturale alcune personalità si impegnano in un’opera di conservazione del sapere. Boezio compone opere dedicate alle arti del trivio e del quadrivio; anche Marziano Capella esalta il ruolo delle arti liberali; Isidoro di Siviglia scrive le Etimologie, una sorta di breve enciclopedia del sapere antico.





Papa Gregorio Magno si impegna nella formazione educativa delle gerarchie ecclesiastiche, recuperando in chiave cristiana il sapere antico, e nella istruzione dei fedeli anche con il ricorso alle immagini e alla musica.


 






Carlo Magno imprime un forte impulso alla rinascita della cultura e all’istruzione, dando vita al fenomeno della rinascita carolingia. Il suo scopo è la formazione di un personale di governo adeguato e di un sapere religioso omogeneo all’interno dell’impero. 








L’Europa occidentale e l’impero romano d’oriente sono caratterizzati da istituzioni scolastiche diverse. Nel primo spiccano le scuole monastiche(accolgono gli allievi che non intendono avere voti), le scuole episcopali (in cui è possibile accogliere anche i laici) e le scuole parrocchiali(per la futura formazione dei sacerdoti). Nel secondo resiste la scuola di Stato, ma a un certo punto la Chiesa sviluppa una scuola autonoma per la formazione dei futuri prelati.




Accanto all’educazione ecclesiastica in Occidente si consolida una particolare educazione laica, quella del cavaliere, riservata agli aristocratici, che ha come scopo quello di formare un uomo d’armi, animato dalla lealtà verso il proprio signore e dal desiderio di difendere i deboli. 






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